Chi scrive è di parte. Il presidente è di parte. Siamo triatleti.
C'è chi ha fatto una fatica cane a iniziare ad avere una parvenza di runner (io) e chi l'ha sempre sentito come "lo" sport.
E poi c'è stato lui, il triathlon.
E' come un'opera d'arte, non è un collage, è Guernica.
E' complesso fisicamente e psicologicamente, richiede tempo, attenzione, pazienza, umiltà e presunzione in un bilanciamento che cambia ogni singolo giorno.
Serve a tratti mentire a sè stessi, quando serve per spingersi oltre.
E' un rompicapo e, se anche una volta capita di risolverlo, la volta dopo sono cambiate le regole e nessuno ti aveva avvertito.
E' una sfida, ogni-singola-volta perchè non è una 10 km su una strada in spiano dopo che l'hai già allenata 100 volte ma è un salto nel vuoto che non puoi provare prima di trovarti in mezzo ad altre 2000 persone con un numero addosso.
Ma quel tappeto rosso, quella finish line, ti cambiano dentro.
E dopo ne vorrai ancora.
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